Water footprint, o impronta idrica, ovvero la "traccia" che consente di misurare l'impatto dei processi di produzione sulla risorsa idrica, rinnovabile sì ma sempre più limitata, soprattutto in alcune zone del mondo, definire eventuali danni e programmare possibili soluzioni per evitare le ricadute negative sull'ambiente e sulla qualità della vita. La water footprint adesso è oggetto di una norma internazionale, la Iso 14046 ''Environmental management - water footprint - Principles, requirements and guidelines'', che ha visto la luce proprio nei giorni che hanno preceduto l'avvio della World Water Week, la settimana mondiale dedicata all'acqua organizzata dallo Stockholm International Water Institute che si è conclusa a Stoccolma il 5 settembre.
La water footprint analizza non solo i prelievi di risorse idriche, ma anche l'inquinamento delle acque generato dalle attività umane, oltre a prendere in considerazione diverse categorie di impatto, dalla degradazione all'eutrofizzazione, dalla tossicità all'acidificazione delle acque. Conoscere l'impronta idrica di un processo aziendale è un vantaggio non solo per i consumatori ma anche per le aziende. Vantaggio che si traduce in efficienza dei processi produttivi, risparmio di risorse idriche e possibilità di conquistare nuove fette di mercato, attirando i clienti e i consumatori più sensibili alle produzioni sostenibili.
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