Luci ed ombre caratterizzano il tema degli investimenti, dell'economia e dell'occupazione di settore. L'ombra è data dai numeri impressionanti: per raggiungere livelli standard su infrastrutture e servizi; in Italia ci sarebbero da investire circa 65 miliardi nei prossimi trent'anni (fonte AEEG). Gli investimenti nel settore idrico si attestano oggi – a livello nazionale – alla soglia dei 30 euro per abitante all’anno, ben al di sotto del fabbisogno annuo, stimato in 80 euro per abitante.
Fognature e depurazione, sostituzione di reti o manutenzioni straordinari e tutela dei bacini e delle falde idriche rappresentano le aree su cui è necessario investire urgentemente; gran parte di queste risorse sarebbero da destinare al Mezzogiorno, dove si registrano i maggiori ritardi nelle infrastrutture e nelle forme gestionali. Molte le ragioni di questa carenza: dalla difficoltà di accesso al finanziamento alla lentezza dei processi autorizzativi, passando per i vincoli posti dal Patto di Stabilità ai bilanci delle pubbliche amministrazioni.
Ulteriori elementi di criticità si riscontrano dove i soggetti attuatori sono rappresentati da amministrazioni comunali di dimensione piccole o medie. Nel caso di impianti caratterizzati da una certa complessità, infine, diventa particolarmente oneroso, a valle della realizzazione, far fronte – nel tempo – ai costi di gestione e manutenzione. A partire dal dicembre 2012, le delibere dell’Authority hanno stabilizzato il sistema tariffario improntandolo a principi tecnici corretti e a regole certe, che tutelando l’equilibrio economico-finanziario delle gestioni permettono agli investitori di pianificare con fiducia interventi importanti,