Sistemi per il controllo delle perdite con algoritmi e modelli di rete avanzati; sensori acustici per individuare perdite non visibili e per la geolocalizzazione dei componenti rete ammalorati; telelettura smart dei contatori.
In questa intervista, Alberto Schiavo, Sales Manager CPC INOX, ci parla delle tecnologie più all’avanguardia per garantire la fornitura continua di acqua potabile di alta qualità e per minimizzare le perdite di risorse idriche.
Fondamentale, spiega Schiavo, è selezionare in modo approfondito i materiali che costituiscono i componenti della rete e la propria infrastruttura fisica. In questo quadro si inserisce l’acciaio CPC Inox, “un materiale ideale per le tubature di nuova generazione, perché è flessibile, resistente, altamente durevole, igienico, facilmente riparabile e 100% riciclabile”, dice Schiavo.
CPC INOX sarà presente ad Accadueo, la manifestazione sull’acqua organizzata da BFWE che si svolgerà a Bologna dall’11 al 13 ottobre, con un apposito stand per presentare i propri prodotti.
Ad oggi in Italia quali sono le tecnologie disponibili per assicurare un risparmio d’acqua decisivo?
La gestione delle reti di distribuzione idrica è fondamentale per garantire la fornitura continua di acqua potabile di alta qualità e per minimizzare le perdite di risorse idriche. Nuove tecnologie tese al risparmio d’acqua e reti di distribuzione intelligenti con sensori e sistemi di monitoraggio avanzati sono strumenti innovativi che consentono di rilevare perdite d'acqua e condizioni anomale nella rete, così da attuare interventi tempestivi per ridurre le perdite.
Oggi esistono sistemi per il controllo delle perdite con algoritmi e modelli di rete avanzati, tramite l’uso di sensori acustici per individuare perdite non visibili e la geolocalizzazione dei componenti rete ammalorati. Molti sistemi di rete distributiva godono oggi di un monitoraggio in tempo reale di pressione, flusso e qualità dell'acqua, costantemente trasmesso al centro di controllo.
A ciò si affiancano anche la telelettura dei contatori con raccolta automatica dei dati di consumo, senza la necessità di interventi manuali, e sistemi avanzati di gestione dati per gestire in modo efficace tutti i dati provenienti dalla rete e dalle tecnologie di monitoraggio. Consentono di archiviare e analizzare i dati in modo intuitivo, facilitando la pianificazione di manutenzione e interventi correttivi.
Oltre a queste sofisticate risorse, è inoltre fondamentale una selezione approfondita dei materiali che costituiscono i componenti della rete e la propria infrastruttura fisica. L’acciaio CPC Inox si configura come un materiale ideale per le tubature di nuova generazione, perché è flessibile, resistente, altamente durevole, igienico, facilmente riparabile e 100% riciclabile.
In Italia però si registrano ancora molte perdite sulle reti idriche a causa di impianti deteriorati. Può fornirci dei dati?
La media nazionale delle perdite in Italia supera il 40%, un dato altamente migliorabile, anche alla luce di nazioni virtuose come Danimarca e Olanda con perdite inferiori al 10%, che dimostrano come il risparmio idrico sia attuabile attraverso investimenti e innovazione. Le reti di distribuzione italiane, infatti, trovano nella loro anzianità di servizio il fattore determinate per deterioramento e frequenza di rotture. Un quarto delle tubazioni ha superato i 70 anni ed il 60% ha più di 30 anni.
Cosa servirebbe per sbloccare questa situazione?
Il tasso di rinnovo medio della rete italiana è inferiore allo 0.5%, il che implica un arco di tempo di 200 anni e più per un completo rinnovo. In presenza di perdite così elevate, un tasso di rinnovo più alto e soprattutto coerente con la reale vita utile dei componenti (tubazioni e raccordi in primis) è indifferibile.
In particolare, CPC Inox ha deciso di puntare sulle prese di utenza in acciaio inossidabile per contribuire a diminuire le perdite d’acqua. Può dirci nel dettaglio di cosa si tratta?
Circa due anni fa CPC ha deciso avviare una cooperazione con Team Stainless, una organizzazione internazionale dedicata allo sviluppo dell’acciaio inossidabile, nella implementazione in Italia di questa tecnologia di origine giapponese.
Le prese di utenza in acciaio inossidabile tipo 316L sono costituite da tubi inox con corrugazioni longitudinali intermittenti ottenute per idroformatura, che assicurano una marcata flessibilità, e da giunti a stringere progettati per resistere a sismi severi, che garantiscono una altissima resistenza allo sfilamento.
In sintesi, le prese inox sono progettate per una vita utile di un secolo: l’inox tipo 316L garantisce longevità con la sua resistenza a corrosione in presenza di qualsiasi tipo di terreno; la corrugazione a tratti mediante idroformatura, permette una posa rapida ed affidabile grazie alla notevole adattabilità alle condizioni di scavo; i raccordi a stringere antisismici assicurano semplicità di posa e assenza di perdite nelle giunzioni nel corso della secolare vita utile del tubo parzialmente corrugato.
Nel 1980 Tokyo è stata tra le prime città nel mondo a utilizzare per le proprie 2.200.000 prese di utenza, tubi parzialmente corrugati in acciaio inox. Quali sono stati i risultati?
All’inizio del 1980 il Tokyo Water Bureau ha iniziato a sostituire i tubi rete con ghisa sferoidale e gli allacci con i tubi inox 316L, per raggiungere il 100% di rinnovo dopo circa vent’anni, nel 2005.
Le perdite sono scese da un 15% a un plateau del 3%, soprattutto a causa del permanere all’interno delle proprietà private di tratti di prese di utenza non sostitute. Un dato degno di attenzione particolare riguarda il crollo delle rotture/anno relative agli allacci. In presenza di oltre 2 milioni di prese di utenza, le rotture/anno sono calate drasticamente, da 90.000 ad appena 9000.
Al momento questa vostra tecnologia in quali regioni è sperimentata?
Internazionalmente è adottata come unica soluzione par gli allacci in Giappone, Taiwan e Corea. In Italia sono state effettuate con successo 12 prove di posa in Lombardia, Toscana, Marche. Inoltre, Vivaservizi ci ha conferito, attraverso una gara d’appalto, 460 allacci inox completi dei giunti a stringere necessari.
Vedete differenze tra le varie Regioni italiane?
L’approccio al contenimento delle perdite di rete può naturalmente variare a seconda dei gestori e della dimensione delle perdite. Il tasso di rottura estremamente basso degli allacci inox induce atteggiamenti diversi da parte dei gestori. In sintesi, alcuni gestori ritengono interessante, nella fase di sostituzione programmata degli allacci ammalorati, procedere direttamente con la soluzione inox. Altri ritengono opportuno far seguire alle prove di posa installazioni pilota/POC (Proof of Concept).
A cura di Elena Veronelli