Questa fine d’anno regala al Paese una condizione dimenticata da circa un triennio: la normalità idrica; ciò, che è cambiato, probabilmente in maniera definitiva, è però è il contesto generale, con cui bisogna fare i conti. Ritenere che le immagini iconiche dei terreni spaccati dall’aridità, delle passeggiate negli alvei fluviali o delle autobotti per dissetare comunità montane siano “fotografie” di un periodo contingente e pressochè unico sarebbe un errore con il rischio del perpetrarsi di una sostanziale inerzia rispetto al tema della gestione delle risorse idriche.
In realtà, il pericolo di nuove emergenze è dietro l’angolo, favorito dall’incedere di inedite condizioni climatiche, che già classificano crescenti porzioni d’Italia a rischio desertificazione. In attesa delle necessarie scelte politiche, che riconoscano all’acqua il carattere di elemento vitale e di fattore strategico “a rischio” (ad esempio, varando un piano di infrastrutture per aumentare la capacità di stoccaggio idrico) è indispensabile che ciascuno faccia la propria parte, ottimizzando gli utilizzi.
Una novità è “GocciaVerde”, certificazione di sostenibilità idrica, lanciata da ANBI e che sta riscuotendo l’interesse di primarie organizzazioni di produttori agricoli, attente all’evoluzione delle scelte di consumatori sensibili alle tematiche ambientali e verso i quali l’attestazione di corretto utilizzo dell’acqua può diventare un importante asset di marketing anche su mercati globalizzati.
GocciaVerde prevede il ricorso ad un disciplinare per la valutazione della sostenibilità dei processi gestionali e produttivi, basato su indicatori in linea con i principali standard e le norme internazionali; si richiede il rispetto di requisiti specifici e la messa in atto di azioni virtuose, che originino indicatori verificabili e misurabili, certificati da una parte terza indipendente.
L’uso sostenibile dell’acqua e la tutela qualitativa della risorsa idrica sono valutati rispetto a 9 criteri sul complesso di operazioni, che accompagnano un prodotto, integrando e completando altri standard pubblici o privati: 1) sostenibilità generale degli usi; 2) azioni per l’ ottimizzazione degli usi idrici; 3) azioni per il controllo ed il miglioramento della qualità dell’acqua; 4) azioni per il risparmio e la riduzione dell’impatto energetico; 5) azioni per il controllo della legalità; 6) ruolo di “facilitatore” o di “pilota” per nuove tecnologie; 7) azioni di educazione, “training” e capacity buildings”; 8) servizi ecosistemici ed azioni per il loro incremento o ripristino; 9) sostenibilità socio-economica.
La comunicazione al consumatore finale avviene attraverso l’uso di una specifica etichetta e di un “QR code”, che dà accesso ad informazioni riguardanti il processo produttivo attraverso una pagina web dedicata, che contiene una descrizione approfondita del processo di gestione dell'acqua, nonché valori numerici e grafici. Grazie a “GocciaVerde” è possibile certificare l’impegno dell’agricoltura, che produce cibo sempre più sostenibile grazie all’innovazione, affermando che in campagna l’acqua si usa, ma non si consuma e che l’irrigazione è portatrice di fattori ecosistemici, indispensabili all’ambiente nel quale viviamo.