Pur essendo la formalizzazione delle procedure dei Ministeri per i fondi del Pnrr “in clamoroso ritardo”, Egato 3 ha concluso tutte le procedure di affidamento ed avviato i lavori per la modernizzazione della rete idrica, con l’obiettivo di arrivare a una riduzione delle perdite del 32% in 53 Comuni. È quanto sostiene in questa intervista Sandro Orlando, Responsabile della Segreteria Operativa dell’EGATO 3, che però specifica che di interventi da fare ce ne sarebbero altri ma “i fondi del Pnrr non sono sufficienti e servono altre misure di sostegno al settore”.
Orlando in questa intervista spiega poi il nuovo metodo tariffario approvato dall’ARERA alla luce del quale non prevede “aumenti anomali delle tariffe” e illustra l’organizzazione del servizio idrico del Lazio “tra le regioni meglio organizzate”.
Cosa ne pensa del nuovo metodo tariffario approvato dall’ARERA? Secondo lei porterà ad aumenti delle tariffe?
MTI4 si muove nella logica tracciata dai precedenti metodi sviluppandone gli elementi che puntano all'efficienza delle gestioni, alla loro economicità ed al superamento degli squilibri territoriali.
Anche nella logica di sviluppare gli investimenti necessari per questi obiettivi si è ampliato a 6 anni l'orizzonte dello schema Regolatorio e addirittura a 12 l'orizzonte dei Progetti Strategici. Sono poi introdotte diverse innovazioni, dalla produzione di energia da fonti rinnovabili, alle acque bianche alla resilienza.
Per quanto riguarda le tariffe, pur dovendo necessariamente tener conto, ai fini dell’aggiornamento dei costi operativi, dell’inflazione, il price cap garantisce il contenimento delle variazioni tariffarie e, inoltre, viene introdotto un meccanismo di decurtazione dei costi operativi endogeni.
Nel complesso, pertanto non prevediamo aumenti anomali delle tariffe pur dovendosi tener conto dei dati di inflazione.
Il Lazio come si posizione sul sistema idrico integrato rispetto alle altre Regioni italiane? Secondo lei c’è troppa frammentazione e disomogeneità degli EGATO Laziali?
Il Lazio essendo una delle prime regioni in cui si è organizzato il servizio idrico integrato è sicuramente tra le regioni meglio organizzate e lo stesso ATO3, che pure è partita, con APS, a livello gestionale, solo nel 2018, è oggi sotto molti profili, soprattutto sul terreno dell’innovazione, all’avanguardia.
Gli EGATO Laziali sono, se si eccettua Roma, sono organizzati in modo omogeneo e non frammentato essendo ognuno espressione di una elevata molteplicità di Comuni. ATO3, anche se dotato di una popolazione relativamente bassa ha un territorio molto vasto articolato in ben 81 Comuni.
Inserendolo in un’organizzazione più vasta si perderebbero le specificità territoriali e, soprattutto, la capacità di svolgere funzioni di governo ancorate alle reali esigenza del territorio e della popolazione. Non per niente anche dove si sono organizzate Autorità d’ambito regionali si sono mantenute le indispensabili preesistenti articolazioni in subambiti.
Dunque secondo lei non vi è una eccessiva frammentazione nella gestione del servizio idrico?
Alla luce della risposta precedente ritengo che l’attuale organizzazione degli ambiti sia un sistema ormai collaudato che riesce a coniugare le funzioni di governo con l’indispensabile rapporto con le specificità del territorio.
Se si dovesse costituire un’Autorità regionale, anche nel Lazio, sarebbe indispensabile mantenere operativa l’organizzazione degli attuali ambiti indispensabile per assicurare un rapporto omogeneo con i Comuni e le specificità del territorio.
Il Lazio è tra le Regioni che ha preso più finanziamenti dal Pnrr. Come li state utilizzando?
Anche se le procedure dei Ministeri sono in clamoroso ritardo, senza aspettarne la formalizzazione, abbiamo concluso tutte le procedure di affidamento ed avviato i lavori.
In particolare, con gli interventi per la riduzione delle perdite idriche, linea M2C4 I4.1 del PNRR, il finanziamento più rilevante per ATO3, puntiamo, attraverso interventi innovativi, che si integrano con altri investimenti in corso ad una riduzione delle perdite del 32% in 53 Comuni.
I fondi del PNRR sono sufficienti o servirebbero altre misure di sostegno al settore?
I fondi del PNRR non sono sufficienti e servono altre misure di sostegno al settore come evidenzia il nostro Piano delle Opere Strategiche e come dimostrano le richieste di intervento corredate delle relative progettazioni già presentate in relazione ai bandi per CIS-Acqua Bene Comune, per Next Appennino e per il PNIISSI per complessivi 174.924.666 euro.
C’è abbastanza dialogo e collaborazione tra i vari Comuni e tra le varie Regioni?
Il dialogo tra i Comuni dell’ATO3 è naturalmente continuo e produttivo. Abbiamo naturalmente un rapporto costante, in ambito regionale sia a livello di ATO, soprattutto con i confinanti ATO2 ed ATO1, ma non solo, che di gestori.
Con ATO2 abbiamo un rapporto costante viste le relazioni particolari connesse in primo luogo all’interferenza del Peschiera mentre in accordo con ATO1, oltre che con ATO2 e la Regione, abbiamo definito il progetto, finalizzato a risolvere il problema dell’arsenico per collegare la tuscia con condotta adduttrice da Salisano, progetto presentato dalla Regione per il finanziamento su CIS – Acqua Bene Comune.
Manteniamo anche un contatto con gli ATO delle regioni confinanti, Abruzzo ed Umbria, con cui abbiamo anche relazioni costanti per scambi d’acqua e/o opere in Comune.
Con il nostro gestore APS abbiamo anche momenti di confronto anche con ATO di altre Regioni a partire dalla Campania.
Potrebbe aiutare un tavolo interregionale del centro sud sul servizio idrico?
Ogni tavolo di confronto può aiutare se, naturalmente, è finalizzato a obiettivi specifici.
Intervista di Elena Veronelli