La sfida della sostenibilità non si può vincere senza il supporto della digitalizzazione. È infatti attraverso una sempre più accurata misurazione dei dati che diventa possibile sviluppare dei sistemi di efficientamento accurati, necessari per organizzare in modo sostenibile la filiera idrica, minimizzando l'utilizzo di energia e la dispersione dell'acqua. Da questo assunto di base ha preso le mosse l'evento organizzato da Schneider Electrics, azienda per la trasformazione digitale dell'automazione e della gestione dell'energia, in collaborazione con Utilitalia.
Alberto Bernardini, managing partner di Agenia - società di consulenza nel settore delle utility – ha evidenziato come l’Arera sta andando nella direzione di richiedere dati sul servizio sempre più solidi. Inoltre, rispetto al macroindicatore della qualità tecnica relativo alle perdite idriche, la maggior parte dei gestori non riesce a collocarsi nella classe A, soprattutto perché le perdite percentuali continuano a risultare alte. Sono necessari, ha detto Bernardini, più investimenti e più tecnologie per andare incontro agli standard di qualità in crescita sia per quanto riguarda i dati e che le infrastrutture.
Una tendenza, quest'ultima, che – ha fatto notare Donato Pasquale di Schneider Italia – si registra a livello globale, insieme a quella in direzione di una maggiore sostenibilità.
Il Pnrr, ha ricordato Nicola Badan di Schneider, prevede, con la componente 4 della missione 2, 4,38 miliardi di euro per il servizio idrico. In particolare, il punto 2 di questa componente riguarda la riduzione delle perdite idriche attraverso la digitalizzazione: a questo fine sono stati stanziati 900 milioni dal Pnrr e 313 milioni da React EU, che dovrebbero essere integrati a breve con ulteriori di 169 milioni.
Durante gli interventi è emerso come – considerate le tempistiche per la messa a terra degli interventi previste dal Pnrr e i tempi lunghi che, invece, caratterizzano le autorizzazioni in ambito idrico – investire sulla digitalizzazione e l'efficientamento delle infrastrutture esistenti potrebbe, da questo punto di vista, costituire una soluzione.
I rappresentanti di Schneider Electric sono poi passati a illustrare la gamma di servizi per la digitalizzazione e l'efficientamento offerti da Schneider, in particolare attraverso la piattaforma di software Aquadvance per la gestione del ciclo idrico completo, frutto di una joint venture con Suez che – ha detto Giovanni Piazzalunga di Schneider – sarà presto ufficializzata.
Schneider offre anche una serie di tecnologie smart basate sulla piattaforma Ecostruxure per l'efficientamento, attraverso componenti connessi, sistemi di controllo, applicazioni software, analytics e servizi dedicati.
La conclusione dei lavori è stata affidata a Stefano Cetti, della direzione generale di Utilitalia, che ha sottolineato, la mancanza di una governance strategica nel settore. “C'è una frammentazione troppo spinta – ha detto – che fa sì che molti operatori non siano oggettivamente nella condizione di poter beneficiare dei contributi tecnologici che possono essere messi in campo”. Secondo Cetti, per far crescere la qualità complessiva del settore idrico, serve “poter essere attrattivi dal punto di vista delle competenze”. Anche questo – l'importanza di investire nelle nuove generazioni di lavoratori formate dal punto di vista delle competenze digitali e informatiche – è un punto che è stato sottolineato da più voci. Un altro problema rilevato da Cetti – e, anche questo, largamente condiviso – sono i tempi lunghi delle autorizzazioni delle opere idriche, definiti incompatibili con i tempi del Pnrr. La soluzione, ha detto Cetti, non può essere commissariare ogni volta. Piuttosto, l'esperienza dei contratti di rete “sta dando risultati positivi e dovrebbe essere incentivata dal punto di vista legislativo”, ha sostenuto Cetti, perché potrebbe aiutare anche a realizzare gli interventi nei tempi previsti dal Pnrr.
Fonte: Staffetta Acqua