Risparmi ottenuti grazie ai risultati raggiunti e alle misure Covid
La sanzione semestrale a carico dell’Italia per mancata depurazione delle acque reflue scende di circa 4,8 milioni di euro. A comunicarlo è il commissario unico Maurizio Giugni, che parla di “un risultato significativo per un periodo di riferimento che è quello del mio predecessore, il professor Rolle, cui va dato merito di un’azione importante, ma che da un anno a questa parte stiamo intensificando”.
In particolare, la Commissione europea ha quantificato in 22,7 mln € la quarta penalità riferita al periodo dicembre 2019 – maggio 2020 (sentenza C-251/17), contro i 23,8 versati nei sei mesi precedenti. Un costo che si riduce ulteriormente perché, si legge sul sito web del commissario, “sulla base delle informazioni fornite dall’Italia sul mancato progresso di venticinque agglomerati a causa dell’emergenza Covid, la stessa Commissione ha rinunciato al recupero di circa 3,6 mln €, portando così la sanzione effettiva per questo semestre a poco più di 19 mln €”.
Per Giugni la cifra “è ancora elevata ma lavoriamo contemporaneamente su ben 98 interventi, contando anche le altre tre procedure d’infrazione contro l’Italia non ancora sfociate in multa. Crediamo che i risultati di questo profondo operato si vedranno nei prossimi mesi, non solo nella regressione della sanzione ma con benefici effettivi su un territorio contraddistinto da evidenti carenze, in primis nella definizione del servizio idrico integrato”.