• L La presenza e possibile persistenza del SARS-CoV-2 nelle acque reflue e nel ciclo idrico integrato ha destato molte preoccupazioni relative agli impatti sulla salute umana. Fino ad ora, tuttavia, non c’è stata nessuna evidenza di trasmissione attraverso il contatto con le acque reflue e nessun rilevamento del virus nella sua forma infettiva nei reflui civili. Recentemente sono state pubblicate alcune revisioni delle ricerche svolte nell’ultimo anno circa la persistenza e infettività di SARS-CoV-2 nelle acque reflue e nelle reti fognarie (Giacobbo et al., 2021; Langone et al., 2020). Aldilà delle preoccupazioni sui possibili rischi sanitari, il rilevamento della presenza del virus nelle acque reflue e lungo le reti idriche può rappresentare un formidabile strumento di monitoraggio e prevenzione dei contagi. Gli strumenti di Wastewater-Based Epidemiology sono stati applicati al monitoraggio di SARS-CoV-2 già a marzo 2020 nei Paesi Bassi, dove hanno mostrato l’opportunità di sfruttare il rilevamento del virus nelle acque reflue civili per monitorarne la circolazione nella popolazione e come strumento di early warning (Medema et al., 2020). Nell’ultimo anno, in tutto il mondo sono state avviate campagne di campionamento/analisi delle acque reflue e i casi studio di maggiore successo (come nei Paesi Bassi, in Spagna, o negli Stati Uniti) hanno mostrato come sia possibile rilevare aumenti dei contagi giorni prima che questi siano identificati coi tamponi, individuare aree ad alto rischio, o monitorare la diffusione delle varianti. Uno degli episodi più rilevanti, sebbene relativo ad una piccola scala, è avvenuto la scorsa estate: in vista della ripresa dell’anno accademico, l’Università dell’Arizona ha svolto oltre 10.000 test sierologici ai propri studenti e lavoratori e ha avviato una campagna di monitoraggio della presenza di Sars-Cov-2 nelle reti fognarie dei propri campus. Appena risultati positivi alcuni campioni di acque reflue in un dormitorio, sono stati quindi svolti i tamponi a 311 persone, individuando 2 positivi asintomatici, prevenendo così la nascita di un focolaio (link).
Come parte del piano "HERA Incubator”, il 17 Marzo 2021 la Commissione Europea ha adottato una Raccomandazione sul monitoraggio del COVID-19 e delle sue varianti nelle acque reflue nell'UE (link). L'obiettivo è promuovere un uso maggiore di questa fonte di informazioni sulla diffusione del virus e delle sue varianti, che darà un contributo significativo ed efficace, anche in termini di costi, ai processi decisionali in tema di salute pubblica. Il documento chiede agli Stati membri di mettere in atto sistemi di sorveglianza delle acque reflue e di garantire che i dati siano prontamente forniti alle autorità sanitarie competenti. Metodi comuni per il campionamento, la misurazione e l'analisi dei dati, supportati da una piattaforma di scambio europea, dovrebbero essere resi disponibili e utilizzati per garantire che i dati raccolti siano affidabili e comparabili. L’obiettivo è anche sostenere la condivisione delle migliori pratiche tra gli Stati membri, così come con paesi terzi che potrebbero non avere facilmente accesso a tali dati. La Commissione fornirà assistenza finanziaria per sostenere le attività di sorveglianza delle acque reflue e l'analisi sistematica delle varianti, nonché per creare una piattaforma di scambio europea dedicata.
Ulteriori informazioni e collegamenti su questo argomento, disponibili su: Wastewater — Water Action Platform