La riforma del regime di affidamento delle concessioni di distribuzione del gas naturale è destinata a stravolgere la struttura del settore con le nuove gare livello di ambito territoriale minino (ATEM), indicativamente coincidente con le province. L’ente concessorio continua a essere il Comune, ma le gare per gli affidamenti, e conseguentemente i contratti di servizio, vengono gestiti da una stazione appaltante, nominata dai comuni stessi (normalmente il Comune capoluogo o la Provincia). Ritardi di diritto e di fatto Il completamento del quadro legislativo ha richiesto numerosi anni e diversi interventi, che hanno riguardato tutti i livelli normativi (leggi, decreti ministeriali, delibere e pareri dell’Autorità di regolazione e dell’autorità Antitrust, sentenze della giustizia amministrativa). L’elevata complessità della materia e la presenza di elementi critici che il quadro normativo nella sua complessità non è riuscito a risolvere ha portato ad un bassissimo livello di consenso e a un sistematico ritardo da parte delle stazioni appaltanti nella pubblicazione dei bandi. Dopo numerose richieste da parte degli operatori coinvolti e alla luce di una situazione quasi paradossale – a fine dicembre solamente 15 bandi, molti dei quali incompleti, erano stati pubblicati contro i 50 andati a scadenza – il legislatore è nuovamente intervenuto 1 rimandando di circa un anno le scadenze originariamente previste. Un interessante articolo sul tema è contenuto nella newsletter del Mercato Elettrico a cura di REF-E.

 

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