Con la conclusione del Festival dell’Acqua a Bressanone è stato presentato l’aggiornamento dei dati del Blue Book – che analizza il settore attraverso approfondimenti che spaziano dallo stato della governance agli aspetti tecnico-economici fino alle performance e agli investimenti. Il quadro presentato ha segnali di miglioramento e ancora elementi di criticità.
Crescono gli investimenti nel ciclo dell’acqua e soprattutto vi è una maggiore attenzione di recupero nella depurazione. Sono dati importanti soprattutto mentre la nota proposta AC52 prosegue il suo cammino di approvazione in un contesto di forti critiche da parte del sistema delle multiutilities e di alcune importanti istituzioni.
Si cita: “Da una prima stima (su un bacino di oltre 32 milioni di abitanti), la media annuale degli investimenti lordi effettivamente realizzati ammonta a 37 euro a persona, avvicinandosi al valore di 40 euro pro-capite nel caso dei gestori verticalmente integrati. Guardando al quadriennio 2016-2019, tra dati di consuntivo e di previsione, la media annuale ponderata degli investimenti lordi arriva a 45 euro ad abitante; è perciò evidente un significativo impulso legato alla programmazione 2018-2019, collegato all’introduzione della regolazione della qualità tecnica introdotta da Arera, con un significativo balzo in avanti rispetto a dieci anni fa, quando ci si attestava a circa 30 euro lordi”. Al contrario sul versante degli investimenti realizzati dai Comuni permane una pesante difficoltà a provvedere a nuovi investimenti. Così indica Utilitalia nel suo periodico studio Blue Book.
Anche l’impegno per ridurre le infrazioni europee ha prodotto importanti risultati (riducendole da 109 a 74); però sui 78 bacini di ambito solo 58 hanno individuato il gestore unico di ambito, segnalando ancora un ritardo nel consolidamento degli assetti soprattutto al sud.
Sei sono i campi di miglioramento delle performance tecniche individuati da Arera entro i quali si articola la programmazione degli investimenti: perdite idriche, interruzioni di servizio, qualità dell’acqua, adeguatezza del sistema fognario, quantità dei fanghi residui della depurazione inviati in discarica e, infine, qualità dell’acqua depurata. Tuttavia sul fronte tariffario l’Italia resta ancora uno dei Paesi con i livelli più bassi.