Obiettivo dell'Autorità, che regola il servizio dal 2012, è l'uniformità del sistema e regole uguali per tutto il territorio nazionale, migliorarne l’efficienza e puntare sugli investimenti, che in Italia sono insufficienti e hanno portato l’Unione Europea ad aprire numerosi procedimenti per infrazioni ambientali, principalmente nel settore fognario-depurativo. Dopo una prima rivoluzione del sistema applicata per il periodo 2012-2015, sono arrivate ora nuove regole valide per i prossimi 4 anni (2016-2019). Alla loro base, la necessità di incentivare gli investimenti per recuperare il ritardo accumulato “garantendo allo stesso tempo – spiega l’Autorità – la sostenibilità dei corrispettivi applicati all’utenza; gli obiettivi per questo prossimo quadriennio sono anche quelli di migliorare la qualità dei servizi e favorire le aggregazioni, al fine di una razionalizzazione delle gestioni in essere e quindi di una efficienza complessiva del sistema idrico.

 

Con il 2° periodo tariffario 2016-2019 l’Autorità nazionale intende indirizzare il settore idrico, attualmente caratterizzato da circa 1700 gestori e da livelli di servizio molto diversi fra loro, alla definizione di standard qualitativi uguali per tutti gli operatori, che riguardano la gestione del rapporto contrattuale, la fatturazione, le risposte ai reclami e l’accesso agli sportelli, superando le difformità precedenti, con indennizzi automatici all’utente in caso del loro mancato rispetto. Sono stati introdotti degli obblighi minimi di fatturazione a seconda dei consumi medi annuali: semestrale fino a 100 mc, quadrimestrale tra 101 e 1000 mc, trimestrale tra 1001 e 3000, bimestrale oltre 3000. Le prestazioni dovranno poi essere effettuate entro un tempo massimo definito: per esempio, il preventivo per un allaccio idrico con sopralluogo dovrà essere fornito entro 20 giorni mentre è di 5 giorni il termine entro cui attivare una fornitura o fare una voltura. I gestori dovranno garantire i nuovi standard dal 1° luglio 2016, per entrare a pieno regime con tutti i meccanismi previsti dal 1° gennaio 2017.

 

L’azione dell’Autorità, in definitiva, punta a favorire gli investimenti e raggiungere un adeguato livello del servizio in tutto il Paese: si stima infatti che siano stati realizzati solo il 56% degli investimenti necessari. Per questo, tra il 2014 e il 2017, sulla base delle proposte degli Enti di Ambito, l’Autorità ha previsto una spesa in investimenti di 4,5 miliardi di euro, soprattutto per l’ammodernamento di reti e impianti, l’adeguamento dei sistemi fognari e di depurazione alle direttive  europee, la riduzione delle perdite idriche. Sono 25 i miliardi che, secondo l’Autorità, sarebbero necessari al 2018 per adempiere alle richieste dell’Unione Europea.