Un progetto terminato alla fine dell’anno scorso e che ha dato origine al recupero di oltre 250 chilometri di rete di distribuzione gas di proprietà degli enti locali concedenti per una remunerazione del capitale investito per oltre un milione di euro all’anno. È quanto hanno realizzato i Comuni dell’Atem Bologna 1 e 2 accorpati, coadiuvati da Con.Ami di Imola, un consorzio pubblico di 23 comuni equiparato ad ente locale territoriale, che, in virtù delle competenze maturate negli anni nei confronti dei procedimenti di gara per l’affidamento del servizio di distribuzione del gas naturale, è stato investito del ruolo di Struttura tecnica di supporto al Rup.

 

Nucleo del progetto è stata l’analisi di dettaglio dei cespiti, attività che ha avuto inizio definendo una modalità operativa congiunta con la quale ogni comune appartenente all’Atem ha dovuto dare riscontro di tutti gli asset derivanti dalle opere di urbanizzazione primaria realizzate a scomputo di oneri, oltre che di tutti gli asset realizzati dal comune attraverso finanziamenti propri o, ancora, asset realizzati a mezzo di finanziamenti pubblici diversi o con mezzi propri. L’analisi delle consistenze ha indirizzato i numerosi contradditori con i gestori uscenti per la condivisione delle consistenze degli impianti di distribuzione del gas naturale ed ha costituito il punto di partenza per il completamento del conto del patrimonio di ogni ente locale concedente. I comuni dell’Atem bolognese hanno scelto di lavorare su una piattaforma cartografica condivisa per poi essere in grado di comporre un quadro unitario utilizzando la cartografia ufficiale della Regione Emilia Romagna.

 

Ogni comune, dal più piccolo al più grande, è così riuscito a produrre l’analisi di tutti gli asset con i dettagli di ogni opera, a partire dai documenti di riscontro della proprietà per arrivare al collaudo includendo il computo metrico estimativo per la determinazione del costo storico dell’intervento. Il tutto è stato possibile utilizzando un applicativo Gis, il cui utilizzo è stato supportato anche con attività formative dedicate al personale dedicato a queste attività.

 

Lo sforzo per ricostruire una coscienza comune circa le reti gas di distribuzione ha consentito di concretizzare una consapevolezza diffusa sulle convenzioni firmate, sulle clausole sottoscritte, sulle obbligazioni dei comuni concedenti ma anche rispetto agli obblighi del gestore. Il tutto ha innescato anche una riqualificazione della figura del tecnico comunale che, da mero esecutore, si è trasformato in soggetto consapevole e partecipativo.

 

Proprio questa nuova consapevolezza e la parallela crescita di competenze nei tecnici sono state uno dei più grandi pregi del progetto sviluppato dall’Atem. Non a caso, nell’ambito di Uniatem – l’Associazione nazionale del coordinamento degli ambiti territoriali minimi per lo svolgimento delle gare per l’affidamento del servizio di distribuzione del gas naturale e successiva attività di controparte contrattuale con sede a Bologna – è stato promosso un “Corso cespiti” che individua come interlocutori proprio i tecnici degli enti locali degli Atem come i soggetti che possono maggiormente contribuire alla valorizzazione della proprietà pubblica degli impianti gas. Una valorizzazione che si concretizza sia nelle possibilità di ottenere una maggiore remunerazione del capitale investito sia in una migliore valutazione nella cessione degli impianti di distribuzione del gas al gestore subentrante.