Le aziende dei servizi pubblici locali sono fattori abilitanti dello sviluppo dei territori, veicolo di investimenti e modernizzazione del Paese. Esse rappresentano i primi interpreti del cambiamento, a partire dalla trasformazione degli ambienti urbani verso le cosiddette città “intelligenti” (smart city). Un percorso di digitalizzazione incardinato sulla banda larga e ultra larga, e di cui trarranno beneficio soprattutto le aree più marginali, rurali e montane, oggi penalizzate dal digital divide, è oggi prioritario.

 

Di questo, in sintesi, parla il rapporto prodotto dall’istituto di ricerca ref dal titolo: “Banda larga e digitale: il futuro è nelle utility ‘intelligenti’ - Laboratorio SPL”.

 

Lo studio sottolinea come le più autorevoli istituzioni internazionali concordano nel sostenere che tra le grandi economie europee, l’Italia continua a scontare un significativo ritardo in termini di digitalizzazione. Nei mesi scorsi la Commissione Europea ha reso disponibile l’ultima versione del Digital Economy and Society Index (DESI): lo strumento che consente di misurare lo stato di avanzamento dei Paesi membri dell’Unione Europea nell’ambito della digitalizzazione dell’economia, della società e dei servizi offerti ai cittadini. In questa graduatoria, il nostro Paese staziona al quartultimo posto, ben lontano dalle più avanzate esperienze europee (Danimarca, Finlandia e Svezia) e davanti solo a Grecia, Bulgaria e Romania.

 

Le utility sono chiamate a disegnare un modello di ambiente urbano profondamente diverso da quello a cui tradizionalmente siamo abituati. Un percorso che in tende agevolare il cittadino nella fruizione di servizi esistenti, migliorando per questa via la qualità di vita che un territorio è in grado di esprimere.

 

Il caso specifico dell’industria idrica, in ragione della presenza di una rete fisica che necessita di un ammodernamento e di una manutenzione pressoché permanenti, è evidente. Per la fornitura dell’acqua le implicazioni a beneficio degli operatori del settore risultano molteplici: attraverso la georeferenziazione di acquedotti, reti fognarie, elementi geologici del territorio, è possibile ottimizzare gli interventi di gestione della rete idrica per prevenire interruzioni, malfunzionamenti o dispersioni del servizio. Attraverso l’installazione di misuratori di portata e pressione in punti diffusi della rete, si può realizzare un metodo efficace nella ricerca delle perdite di rete e di bilanciamento delle portate idriche da remoto, in base al fabbisogno.

 

Nel nostro Paese il processo di smartizzazione degli ambienti urbani ha interessato in prima battuta gli operatori del servizio idrico integrato: la banda larga diffusa rappresenta una delle condizioni abilitanti sulle quali occorre investire per favorire l’ammodernamento tecnologico in grado di far evolvere il servizio idrico integrato in logica smart.

 

I vantaggi dello smart metering sono noti: una maggiore precisione nella fatturazione dei consumi idrici, la riduzione di costi per le letture e per la gestione del contratto, una migliore consapevolezza del cliente in relazione ai propri consumi, la promozione dell'uso razionale delle risorse, nonché una migliore gestione della rete.

 

Grazie alla digitalizzazione sarà possibile orientare in maniera più focalizzata, secondo una chiara scala di priorità, gli investimenti di potenziamento della rete per i prossimi anni, come elemento strategico in un contesto di risorse scarse.